Argento e bronzo. Morganti e Salvadè. Sono firmate da loro le medaglie-record per l’Italia a un campionato d’Europa che per quanto ci rigarda entra nella Storia. La nostra missione fa rientro alla base con ben tre podi all’attivo: due argenti per Sara Morganti e un bronzo per Francesca Salvadè. Ma anche una bellissima prova a squadre, la bella prova di Federica Sileoni e l’esordio lusinghiero per Massimiliano Chiatante.
Per chi non l’avesse ancora capito il messaggio è che l’Italia del paradressage c’è. Cresce robusto e dopo le potenzialità ora vuole mostrare con i fatti di che cosa è capace.
Nella storia degli sport equestri – normo o para – non era mai capitato che i nostri atleti riuscissero a mettere a segno un risultato simile, a conferma del duro lavoro che sta dietro ogni singolo binomio e dei proseliti che questi sanno creare nell’intero movimento del paradressage italiano.
A Ermelo la trasferta era partita bene fin dal primo giorno, con il primo argento di Sara e Mariebelle e le ottime prestazioni di Salvadè, Sileoni e Chiatante, che forse rispetto agli altri binomi ha pagato un po’ più caro lo scotto del debutto in un rettangolo tanto importante.
Con la prova a squadre e il quinto posto a pochissimi punti percentuali dalle medaglie i nostri binomi hanno confermato tenacia e concentrazione, tanto da centrare tutti l’accesso al Freestyle.
Dove le ‘veterane’ del team hanno staccato il biglietto d’accesso al podio.
Per il terzo gradino nel Grado III per Francesca e Escari e per il secondo nel Grado I per Sara e Mariebelle.
Due Freestyle da medaglia
Per quanto riguarda la ripresa con la musica di Francesca, valutata 76,274%, le uniche criticità di rilievo sono arrivate con i cerchi al passo medio a destra e sinistra, figure 4 e 5 della ripresa dove i giudici in E e B non sono saliti oltre il 6,5.

In parte questo ha contribuito a determinare la forbice che ha separato il bronzo italiano dall’argento danese di Tobias Thorning Joergensen (79,807) e dall’oro dell’olandese Rixt van der Horst (80,634).
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Di forbice nelle valutazioni è invece praticamente impossibile parlare per quanto riguarda l’argento di Sara Morganti che con una prova da 79,827 si distacca dall’oro di Rihard Snikus per 0,847 punti percentuali: in pratica niente.
Anche per Mariebelle, il punteggio più basso (oltre tutto su una figura a coefficiente doppio) è arrivato dal giudice in E sul secondo circolo, al movimento 6; un 6,5 che avrebbe potuto riscrivere l’intero podio… Ma questo è lo sport e alla fine rimane la prova maiuscola della nostra atleta che a chiusura di un anno davvero complicato ha saputo ancora una volta spiegare con i fatti quanto il potere della mente possa essere importante per raggiungere i propri obiettivi.

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All’insegna della massima consistenza, Federica Sileoni e Leonardo hanno consolidato il proprio quinto posto nel Grado V dal primo rettangolo all’ultimo, costruendo mattoncino su mattoncino lo ‘scavallamento’ del fatidico 70%. Il binomio ha esordito con il 70,18%, è passato al 70,447 per chiudere il Freestyle con 72,985%, punteggio in cui nella scansione tecnica, non è mai sceso sotto il 70,250%.
In progressione seppur senza parametri di comparazione anche il giovanissimo binomio composto da Un Euro e Massimiliano Chiatante. Al quale va il merito in primo luogo di averci provato con la determinazione di un agonista puro e, in seconda battuta, di aver fatto squadra giocandosela senza remore con binomi iconici della disciplina. Al momento c’è una distanza siderale tra il suo 63,154% in Freestyle e l’oro di Snikus da 80,647% ma dall’esordio continentale Chiatante porta a caso solo una valigia di promesse che non tarderà a mantenere.
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Una nota di colore
Quando si dice che il mondo dei ‘para’ è diverso, sarebbe opportuno iniziare a comprendere bene i termini della questione…
Contrariamente a quanto avviene per quasi tutti i major events, dai campionati continentali in su, il programma del paradressage di Ermelo è stato l’unico al momento a riportare quotidianamente anche gli orari della prima colazione, del pranzo e della cena, da consumarsi con grande convivialità nel tendone dedicato all’ospitalità e agli spettatori. Una cosa da poco… però che la dice lunga su come si può vivere e condividere una vera passione agonistica.
Foto: ©FEI